Il Recovery Fund rappresenterà una straordinaria opportunità di sviluppo per i cammini italiani, ma come potremo utilizzare bene i fondi europei?
Il Movimento Lento ha partecipato alle audizioni del Senato, nell’ambito dei lavori della Commissione Cultura che sta preparando un documento di indirizzo per il Governo sul tema dei cammini interregionali.
Abbiamo presentato 10 proposte operative per non perdere questa grande occasione. Ve le descriviamo in questo articolo.
1 – Istituzione di una cabina di regia nazionale
Il frazionamento tra le regioni è un freno per lo sviluppo dei cammini. Sarebbe utilissimo un organismo tecnico super partes che definisca innanzitutto i requisiti minimi indispensabili che deve avere un itinerario per essere ammesso a finanziamenti pubblici.
Tale organismo dovrebbe occuparsi innanzitutto dell’informazione e della formazione dei funzionari pubblici, dei tecnici progettisti, e degli operatori turistici, che devono essere coinvolti fin dalle prime battute affinché la qualità dei cammini italiani consenta un effettivo sviluppo turistico.
L’organismo che si occupa della governance dovrebbe poi istituire un osservatorio permanente dei cammini, che sia in grado di raccogliere in modo affidabile e omogeneo i dati sui flussi.
2 – Selezione dei cammini da finanziare
L’ente che si occupa della governance dovrebbe poi avere anche gli strumenti, l’autorità e le competenze per poter validare e certificare gli itinerari e verificare che i requisiti dichiarati esistano veramente sul campo, creando un catasto nazionale che comprenda tutti e soli i cammini che rispettano requisiti oggettivi di qualità e sicurezza. Secondo noi non è corretto concentrarsi su pochi cammini, è giusto valorizzare anche i cammini minori soprattutto nelle aree interne, ma non ha senso includerne centinaia, bisogna avere il coraggio di fare una selezione.
3 – Impegno per la manutenzione dei cammini
Uno dei requisiti indispensabili per poter validare un cammino deve riguardare l’impegno degli enti gestori e delle amministrazioni locali a occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria del percorso e della segnaletica. Inoltre una parte del budget erogato dallo Stato e dalle Regioni per il sostegno dei cammini deve essere obbligatoriamente dedicato alla manutenzione.
4 – Un atlante dei cammini condiviso e utilizzabile anche sul campo
Una volta validato, un cammino dovrà poi essere inserito in una nuova versione dell’Atlante dei Cammini, realizzata come database geografico in cui siano contenute tutte le informazioni utili per chi li percorre : tracce GPS, strutture di accoglienza, servizi turistici, punti d’interesse, i dati dovranno essere condivisi con licenza open source.
L’atlante dovrà poter essere accessibile non solo sul web, ma anche e soprattutto sul campo in assenza di connessione internet, tramite una App. La diffusione della app potrà poi essere determinante per la segnalazione dei problemi lungo i percorsi e per la raccolta di dati utili per stimare i flussi turistici lungo i vari cammini.
5 – Pubblica utilità dei cammini e accordi con i privati
Deve essere chiaro che i cammini sono un’infrastruttura di pubblica utilità, e dovranno essere definite delle norme che inquadrino gli accordi con i proprietari dei terreni, siano essi pubblici o privati, e nei casi estremi dovrà essere possibile l’esproprio.
6 – Promozione e comunicazione internazionale
Le informazioni sui cammini dovranno essere tradotte in più lingue, e dovranno essere sottoscritti degli accordi con ENIT e con gli enti regionali di promozione turistica per far conoscere l’atlante e l’App dei cammini italiani a livello internazionale.
7 – Segnaletica per i pedoni e i ciclisti
Nonostante i pedoni siano i primi utenti citati dal codice della strada, non esiste una segnaletica specifica né per loro né per chi viaggia in bici. Infatti la segnaletica escursionistica bianca e rossa del CAI non puó essere installata su strade aperte al traffico veicolare.
Quindi chiediamo di affrontare il tema in una prossima revisione del codice della strada.
8 – Fruibilità a piedi e in bicicletta
Il cicloturismo sta conoscendo un boom senza precedenti, il fenomeno delle biciclette a pedalata assistita sta rivoluzionando il settore, e dobbiamo tenerne conto già in fase progettuale, prevedendo percorsi alternativi nei tratti non ciclabili, strutture di accoglienza e servizi adeguati.
9 – Accessibilità
Un altro tema importante è l’accessibilità, sia per le persone con disabilità sia per i numerosi tipi di pubblico che vorrebbero mettersi in cammino e hanno esigenze specifiche : persone anziane, famiglie con bambini, ecc. Se si dedica all’accessibilità l’attenzione che merita in ogni fase della progettazione delle infrastrutture e dei servizi la qualità dei cammini migliora per ogni tipologia di utenti.
10 – Normative per gli alloggi turistici
Sarà importante sostenere l’apertura di nuove imprese turistiche lungo i cammini, e introdurre il concetto di « posti tappa », intesi come strutture che siano soprattutto al servizio dei viandanti che percorrono i cammini. Penso a strutture simili ai rifugi montani che diano ai viandanti possibilità di pernottamento a basso costo in stanze condivise, magari con uso della cucina, con normative meno stringenti rispetto alle normali strutture turistiche.
Alberto Conte
Presidente dell’Associazione il Movimento Lento APS
Ecco il video con l’intervento di Alberto Conte alla Commissione Cultura del Senato, il 20/4/2021