Il Cicloturismo è in piena ripresa: il 2022 conferma la crescita di un settore che ha beneficiato dei cambiamenti nelle abitudini dei viaggiatori a seguito della pandemia. Legambiente e Isnart stimano in 3,9 miliardi di Euro l’impatto economico generato dai turisti in bicicletta nel 2022, un dato che si inserisce nella crescita dell’industria della bicicletta a livello mondiale.
C’è un settore manifatturiero in Italia (e in Europa) che sta dimostrando un eccezionale dinamismo: è l’industria della bicicletta – inossidabile invenzione di fine Ottocento. Sono circa 3 milioni i pezzi usciti dalle officine nazionali nel 2021, destinati principalmente al mercato europeo, con un incremento del 7%. Le previsioni sono per una crescita del settore nel biennio 2022-2023, pari al 7,3%, con una prospettiva di fatturato superiore a 1,8 miliardi di euro. La bike economy, insomma, muove numeri interessanti, e lo fa con un occhio di riguardo alla sostenibilità sociale e ambientale.
Un recente studio di Banca Ifis (giugno 2022), definisce il settore come un vero e proprio “ecosistema” nel quale interagiscono più stakeholder – produttori, imprenditori del turismo ed enti pubblici sui territori a vocazione cicloturistica. Lo studio rivela che l’Italia detiene il 21% della quota di produzione di biciclette in Europa, ed è il principale polo industriale del continente davanti a Germania e Portogallo. Al successo del comparto concorrono vari fattori, tra cui l’effetto trainante della e-bike, mezzo inclusivo che ha avvicinato al cicloturismo un pubblico nuovo.
Gioca un ruolo decisivo anche il volano di un’offerta cicloturistica dedicata, di qualità, in grado di attrarre il viaggiatore straniero e di valorizzare i territori marginali. Nel terzo Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia, presentato da Isnart e Legambiente lo scorso 25 ottobre al Bike Summit 2022 di Vasto, apprendiamo che sono 31 milioni le presenze nel 2022 per il settore del viaggio cicloturistico, pari al 4% del totale dei visitatori nel nostro paese. In termini di spesa complessiva legata al viaggio in bici, sono circa 3,9 i miliardi di euro stimati nel 2022.
L’indagine traccia un profilo del viaggiatore in bici: in prevalenza maschio, con un’età compresa tra 57 e 26 (71%), ma con uno zoccolo duro di baby boomers pari al 16%. Si tratta di un pubblico con una buona situazione economica, soprattutto se straniero: la spesa media giornaliera è pari a 215 €, mentre il cicloturista italiano ha un budget di 95 €. Oltre all’alloggio e al vitto, tanti sono i servizi richiesti: noleggio bici, trasporto bagagli, assistenza tecnica e assicurazione, servizio di guida, esperienze enogastronomiche e visite culturali. Basta dare un’occhiata ai pacchetti proposti dai più qualificati tour operator internazionali specializzati nei viaggi in bicicletta (Ciclismo Classico, USA, Macs Adventure, UK, Butterfield & Robinson, Canada): il costo giornaliero va da circa 200 a oltre 1000 € al giorno.
Il nostro paese, insomma, ha una potenzialità ancora inespressa: conta circa 4900 percorsi censiti dedicati alla bici, per un totale di 90 000 km tra piste ciclopedonali, ciclostrade e itinerari ciclabili, 4500 strutture ricettive dedicate, circa 1000 esercizi che offrono assistenza tecnica e noleggio. Il PNRR mette a disposizione risorse destinate al completamento, entro il 2026, di dieci ciclovie turistiche, cuore del Sistema Nazionale. Occorre nel frattempo agire sui territori, individuando quelle reti virtuose e sostenibili (ancora una volta, veri e propri “ecosistemi”), dove sono i percorsi ciclabili a mettere in relazione alberghi, aziende agricole di eccellenza, borghi, beni culturali, aree protette, e – non ultime – le persone.
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