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La mia esperienza sul Cammino di Oropa

La mia esperienza sul Cammino di Oropa

Oggi è venerdì 15 novembre e se ripenso che solo una settimana fa stavo percorrendo la seconda tappa del Cammino di Oropa della Serra, ancora non mi sembra vero.

Partiamo dalla fine: il ritorno forse è la parte un po’ più traumatica, si ritorna alla normalità, con il cuore e i pensieri alleggeriti da un lato e carichi di energia dall’altro, è vero, ma il ritorno da un viaggio porta con sé sempre anche un pizzico di nostalgia, perché tutto è finito troppo presto, perché bisogna mettere al posto giusto nei vari cassetti della memoria tutti i ricordi e le emozioni provate e non è sempre facile.

Ripensando al Cammino la prima parola che sicuramente mi viene in mente è GRAZIE, al boss Alberto, che mi ha dato le ferie e mi ha incoraggiato a partire, alle splendide colleghe che mi hanno supportato da dietro le quinte, consigliandomi, scrivendomi ogni giorno e venendomi a trovare nei pomeriggi dopo il mio arrivo ai vari posti tappa, ma quello più grande va ai miei compagni di viaggio, che per voglia o per obbligo, sono partiti con me nei vari giorni di Cammino e hanno reso quest’esperienza ancora più unica di quello che mi sarei aspettata.

La seconda è COLORE, la natura è in grado di donare a ogni più piccolo elemento colori stupendi che in un cammino come questo ti riempiono gli occhi e la mente: se c’è un muschietto bello morbido toccatelo, un fiore particolare annusatelo o un bel prato ricoperto di foglie secche sdraiatevi in mezzo e state lì a godervi quel momento dall’inizio alla fine, senza dimenticarvi di essere grati per essere capitati in un mondo così bello.

Camminare è l’atto più semplice che ci sia, una delle prime azioni che impariamo quando siamo piccoli, facendo versare lacrime a genitori e nonni che non aspettano altro e che poi invece si trasforma in abitudine, come tutto, dimenticandoci di quanto sia così naturale e curativo per l’anima.

Solitamente sono molto organizzata per i viaggi, parto mesi prima a studiare tutto, programmare, leggere e informarmi, ma questa volta ho deciso di mettere il mio aspetto compulsivo da parte e lasciarmi trasportare solo dalle sensazioni e dai consigli ricevuti da tutti i viandanti che in questi mesi mi hanno raccontato le loro esperienze di viaggio, durante le colazioni alla Casa del Movimento Lento. Ammetto di dover leggere ancora la guida che ha scritto Alberto, ma i segnali permettono di seguire alla perfezione ogni tratto, senza avere dubbi e lasciando finalmente il telefono in tasca per tutto il tempo, tenendo gli occhi ben rivolti verso l’alto.

Mi è spiaciuto un po’ non incontrare più persone in cammino nei nostri stessi giorni, ma capisco che il periodo non è dei più frequentati, in compenso ho trovato tantissimi sorrisi e gentilezze da parte dei gestori di strutture e negozietti lungo tutto il percorso: fanno dei panini belli pieni!

Sono partita giovedì con un bel raffreddore e uno zaino di quasi 6kg sulle spalle, con tante aspettative e tante domande e sono arrivata a Oropa domenica in mezze maniche, con le gambe e la schiena stanche, ma il cuore pieno di gioia e tanta voglia di polenta. 

Prima della partenza un’amica mi aveva scritto: “conosci bene Oropa da quando sei piccola, ma arrivarci a piedi e vedere alla fine di questi 4 giorni il santuario in tutto il suo splendore ti cambierà” e aveva ragione! Il primo pensiero dopo le foto di rito è stato: “quando partiamo per il prossimo?” “2025 con altre due varianti del Cammino di Oropa, ovviamente!”

Due piccoli consigli di viaggio: se nella struttura dove dormite ci sono delle carte e voi siete un gruppo di amici, non giocate mai a “Bugiardo”, vi farà perdere fiducia nei vostri compagni di viaggio 😉 se invece, mentre siete in cammino, c’è un piccolo momento di sconforto o di stanchezza, fatelo passare giocando a “Indovina chi”, vi farà fare un sacco di risate, ve lo assicuro!

Buon Cammino a tutti!

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