Come cambierà il nostro modo di viaggiare dopo questo terribile e straordinario periodo? Il turismo lento è una possibile via per la ripresa
Nelle giornate senza tempo del “confinamento” molti di noi hanno sperimentato un’esperienza simile a quella di un lungo cammino. Abbiamo vissuto nostro malgrado nel “qui e ora”, sospesi tra un passato che sembrava sempre più lontano e un futuro sconosciuto. Tutto viaggiava con lentezza, regnava il silenzio, le priorità cambiavano, i bisogni primari, la natura, la qualità delle relazioni umane erano al centro della nostra attenzione.
Abbiamo vissuto in spazi limitati per quasi due mesi, e non abbiamo mai compreso in modo così chiaro l’importanza di un gesto semplice come camminare. Chi abita in città forse non ha mai desiderato così intensamente un contatto con la natura, e chi come me ha la fortuna di vivere in campagna e di avere un piccolo giardino ha imparato a comprendere quanta bellezza possa concentrarsi anche in pochi metri quadrati di verde, e quanta energia possa trasmettere il risveglio delle piante in queste meravigliose giornate di primavera.
Da qualche giorno abbiamo iniziato a uscire di casa, ma siamo consapevoli che la ripresa sarà molto lenta, i nostri spazi di movimento saranno limitati, le relazioni tra le persone saranno diverse, e le nostre possibilità economiche saranno molto ridimensionate.
Come cambierà il nostro modo di viaggiare dopo questo terribile e straordinario periodo? Come cambierà il nostro tempo libero? I nostri weekend? Le nostre vacanze?
Le norme sanitarie limiteranno a lungo i nostri spostamenti, chissà quando si potrà tornare a fare un viaggio di gruppo, ad accalcarsi in spiaggia, a superare un confine.
E se vivessimo tutto ciò come un’opportunità? Se affrontassimo una gita fuori porta con la stessa curiosità che riserviamo alle mete esotiche?
Quante terre sconosciute possiamo trovare a pochi chilometri da casa nostra? Quanti di noi conoscono il Biellese, il Cilento, i Monti Sibillini, le Madonie, il Sulcis? Quanti gioielli abbiamo sorvolato a bordo degli innumerevoli aerei low cost sui quali abbiamo viaggiato negli ultimi anni, magari senza neppure guardare fuori dal finestrino?
Forse per i viaggiatori è arrivato il momento di mettere i piedi per terra, letteralmente, e partire per una nuova, autentica esplorazione.
I fiumi di retorica che scorrono quotidianamente sui media per magnificare le doti dell’Italia possono, anzi devono trasformarsi in un’azione concreta di scoperta, in un gesto di amore fisico verso il nostro Paese.
Il 2020 è l’anno giusto per sviluppare una nuova forma di turismo lento, figlio della rivoluzione dello slow food e dell’alimentazione a filiera corta, un nuovo modo di viaggiare, “più lento, più profondo, più dolce”[1].
Gli operatori turistici dell’Italia “inesplorata” saranno in grado di cogliere questa grande opportunità? Riusciranno a creare delle proposte in linea con le nuove esigenze dei viaggiatori? Sapranno soddisfare i bisogni di pace, di sicurezza, di relazioni umane autentiche, di solidarietà, di sobrietà, di riavvicinamento alla natura che probabilmente emergeranno dopo la prolungata quarantena?
E’ una grande sfida, alla quale il Movimento Lento sta dedicando molta energia in questo periodo, collaborando attivamente con molte altre realtà del settore del turismo lento: associazioni, guide, tour operator, operatori dell’accoglienza, che hanno aderito attivamente alla campagna #IoCamminoInItalia, che sta ridisegnando il mondo dei cammini e dei camminanti, tradizionalmente frazionato e talvolta litigioso, e ora più coeso che mai.
Il nostro lavoro proseguirà nei prossimi mesi, e continueremo il nostro paziente lavoro di divulgazione dello “slow travel” come il giusto modo di viaggiare in questo delicato momento storico. Stiamo scrivendo articoli, girando video, creando corsi di formazione dedicati agli operatori turistici italiani, che dovranno trovare nuove vie per superare questa crisi drammatica. Ci auguriamo che il nostro contributo li aiuti a riprogettare il loro modo di accogliere e di rapportarsi agli ospiti e al territorio, e a costruire insieme a noi una nuova cultura del viaggio.
Un viaggio “Più lento, più profondo, più dolce”.
Alberto Conte
[1] frase di Alex Langer, ecologista