Camminare su una facile campestre, lungo un corso d’acqua che gorgoglia canterino, è una bella esperienza, soprattutto se il dislivello è moderato, il paesaggio accattivante, l’ombra non manca e alla fine della passeggiata c’è anche un castello, una cappella affrescata da visitare, o anche una trattoria di montagna dove assaggiare le specialità della regione.
In Valle d’Aosta tutto questo è possibile, grazie alla vasta rete di ru, canali irrigui di origine medievale, che ancora oggi portano l’acqua dei ghiacciai agli assolati versanti della valle centrale. Se vi siete mai chiesti da dove arrivi l’acqua agli irrigatori ad aspersione che regolarmente innaffiano i prati di fondovalle (e bagnano anche qualche camminatore di passaggio), ecco, arrivano proprio da qualche ru, scavato a forza di corvée tra la fine del Duecento e l’inizio del Quattrocento.
Per scoprire alcuni dei ru più belli e facili da percorrere sulle piste e sentieri di servizio, sia a piedi e in molti casi anche in bici, è da poco stata pubblicata la guida Valle d’Aosta. A piedi e in bici lungo i Ru, per Fraternali Editore, frutto di un paio di estati e autunni spesi da Roberta Ferraris, guida ambientale e accompagnatrice turistica, nell’esplorazione di tutto il territorio regionale.
Sono 31 le escursioni suggerite, per gite giornaliere, ma anche con la possibilità di mettere in rete più itinerari per veri e propri viaggi di più giorni, con dislivelli accessibili a tutti. Non poteva mancare il ru Courtaud, il più noto, che scende dal vallone delle Cime Bianche e attraversa a mezzacosta tutta la Val d’Ayas, collegandosi con il ru d’Arlaz per un cammino di tre giorni. Grande protagonista è anche la Valpelline, che si esplora lungo vari ru, partendo dal Passo del Gran San Bernardo: il ru de By, a oltre 2000 m di quota, è tra i più panoramici, ai piedi del Gran Combin.
Si cammina poi in tutte le stagioni, privilegiando la valle centrale nei mesi autunnali: con il ru Neuf di Aymavilles e il Ru d’Arberioz lo spettacolo delle vigne nella veste dorata della vendemmia è assicurato, come anche qualche interessante degustazione nelle molte cantine.
E ci sono anche mete inconsuete, poco note, fuori dalle rotte turistiche più battute: il vallone di Vertosan, le miniere di Hérin nel Parco del Monte Avic, le belle sterrate ciclabili nel vallone di Saint-Barthélemy.
Ogni itinerario è corredato da approfondimenti su natura, storia e cultura, ricettività, ristorazione, oltre che dall’ottima cartografia Fraternali, che copre tutta la regione con carte in scala 1:25.000.